A settembre sarà già passato un anno dal nostro primo arrivo a Pechino, non mi sembra possibile eppure è proprio così. Prima di iniziare questa avventura avevamo messo in conto le differenze culturali e le prime difficoltà dettate dal fatto di arrivare in un paese orientale in piene restrizioni covid, senza una casa con due bimbe di 4 e 1 anno e mezzo.
Ad ogni modo come noi e prima di noi in tanti hanno fatto questo passo e quindi anche noi abbiamo lasciato il nido milanese per scoprire Pechino.
In Cina ovviamente non c’è l’euro ma la moneta corrente è lo Yuan. Prima di partire avevamo
cambiato pochi euro così da poter far fronte alle prime necessità; eravamo muniti anche di carte
di credito a circuito internazionale. Ebbene, sapete qual è stata la prima grande sorpresa della
grande Repubblica Popolare Cinese?!
Loro hanno davvero una vita contactless, i contanti sono una rarità, la maggioranza delle persone di qualsiasi età paga solo usando il telefono. Comodissimo certo, da quando anche noi abbiamo sistemato tutti gli aspetti burocratici, soprattutto dopo aver aperto il nostro conto corrente, ammetto che anche io vado in giro praticamente solo con lo smartphone; addio portafoglio! Facciamo un passo in dietro però, per chi arriva come turista o chi come noi inizia una nuova vita non tutto è da effetto “wow”; anzi a dirla tutta la sensazione primaria è che i cinesi siano poco “accoglienti”.
Ricordo la prima sera in cui siamo arrivati a Pechino, dopo dieci giorni di quarantena a Tianjin che ci avevano abbastanza provato, siamo andati alla ricerca di un po’ di latte per Cecilia (la piccola di casa) che allora reclamava ancora il biberon di latte prima della nanna. Abbiamo trovato facilmente un minimarket aperto anche di sera, ma la sorpresa è stata che non accettavano contanti. Li per li non ci siamo preoccupati, anche se rispetto all’Italia siamo rimasti sorpresi; infatti, abbiamo subito pensato di pagare con la carta, ma non siamo riusciti. Sembra assurdo lo so e vi lascio immaginare il nostro primo momento di sconforto e sgomento: “e adesso?!”.
Fortunatamente abbiamo trovato un commesso molto gentile che si è offerto di pagare per noi e a
cui abbiamo dato i nostri bistrattati contanti. Da qui abbiamo capito che non tutto sarebbe stato
così facile come ci immaginavamo.
In Cina sono molto avanti dal punto di vista tecnologico, fanno praticamente tutto con poche app
dallo smartphone. Per pagare si usa o WeChat o Alipay, e solo su quest’ultima si possono inserire
carte di credito a circuito Visa e/o Mastercard. Ah, ovviamente dimenticatevi proprio le prepagate!
Aggiungo inoltre che le app cinesi il più delle volte non sono molto friendly, inserire le informazioni richieste non è né semplice né intuitivo e ovviamente sono in lingua in cinese. Inoltre, con le carte a circuito Visa/Mastercard non si possono trasferire i soldi. In Cina è molto frequente acquistare servizi o beni pagando con un trasferimento di soldi, anche un’intera vacanza!
State programmando un viaggio e volete acquistare un tour della Città Proibita? Se non avete una carta a circuito Unionpay non sarà facile.
Un altro episodio simpatico di questa realtà cashless, in cui dopo le prime comprensibili difficoltà ci siamo inserti bene a tal punto da non avere più contanti in casa, è stato l’inaspettato arrivo della Fatina dei Denti. Ebbene sì, Sofia la nostra prima bimba, ha perso il suo primo dentino da latte in una sera pechinese mangiando una mela a morsi. Fin qui niente di strano, anzi un primo ricordo importante in questa nuova vita e casa cinese, ma ora arriva il bello: la Fatina dei Denti sarà anche lei cashless?! Forse avrebbe potuto, ma noi siamo sempre italiani e legati alle tradizioni e quindi dopo aver messo a letto le bimbe siamo andati alla ricerca disperata di un soldino dimenticato in borse o tasche dei pantaloni per la Fatina. Alla fine in una taschina della borsa ho trovato solo 20 Yuan, una banconota azzurrina, che ci ha salvati.
La Fatina dei Denti non si è ancora dotata di un QrCode ma girando per la città anche le realtà più inaspettate ne hanno uno. Volete comprare un po’ di frutta fresca da un carretto per la strada? Oppure volete dare una monetina a un musicista per la strada? Oppure dare qualcosa ai
pochissimi mendicanti che chiedono l’elemosina? Smartphone alla mano e pronti a scansionare,
sono tutti dotati di QrCode!
La tecnologia è una grande risorsa, con cui si possono raggiungere obiettivi importanti. Ma quanto è complicato creare sistemi efficienti e accoglienti? Credo che non sia proprio facile e per noi essere stati catapultati in questa realtà non è stato semplice, ma ora che ci siamo uniformati alla vita cinese è tutto easy. Ora ci sentiamo accolti o forse ne viviamo l’illusione, perché in realtà ci siamo solo uniformati alle loro regole.
Confrontarsi con altre culture, altri modi di vivere è sempre arricchente. A volte provo ad
immaginarmi un’Italia cashless ma mi perdo sempre in qualche sfumatura.
Se state pensando di andare in Cina forse vi conviene farvi aiutare da un Tour Operator o come
hanno detto a noi quando non riuscivamo a pagare i tamponi durante la quarantena (avevamo
solo contanti e carte a circuito Visa/Mastercard): “trovati un amico cinese”. Giuro che non è una
battuta!
From China with love
Laura